Dopo un lungo viaggio di 84 minuti da Saturno (durante il quale ho iniziato a leggere Progetto Mnemosyne, un bel libro di Mirco Goldoni) eccomi arrivato in prossimità del settimo pianeta del Sistema Solare.

CREDITS:
SCIENCE: NASA, ESA, Amy Simon (NASA-GSFC), Michael H. Wong (UC Berkeley)
IMAGE PROCESSING: Alyssa Pagan (STScI)

Ciò che mi colpisce subito sono il suo colore azzurro / verde, dovuto alla grande presenza di metano nella sua atmosfera e il fatto che, invece che ruotare, sembra stia rotolando. Il suo asse infatti è inclinato di quasi 98 gradi rispetto alla verticale e quindi rotola su di sé attorno al Sole. La sua rotazione dura 17 ore mentre la sua rivoluzione (cioè il suo anno) è di circa 84 anni terrestri.
Come mai questa inclinazione rispetto al resto dei pianeti? Si ipotizza che sia dovuta ad un impatto con un altro corpo celeste ma se così fosse anche le sue 27 lune (alle quali sono stati attribuiti nomi in onore dei personaggi di William Shakespeare e Alexander Pope) avrebbero conservato l’inclinazione originaria, invece anche loro presentano la caratteristica del pianeta. Forse impatti successivi? O le stesse lune sono nate da quell’impatto?

Il clima non è per niente ospitale. Venti di 990 km/h e una temperatura minima che raggiunge i -224°C non mi attirano.

La pressione atmosferica e la temperatura cui il pianeta è sottoposto fa sì che su di esso piovano diamanti! Non scendo a recuperarli ma procedo con la mia Unusuality (alla velocità della luce) verso il successivo pianeta: Nettuno.

Non prima di aver osservato gli anelli di Urano; ebbene sì, anche lui li possiede!

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