Eccoci alla seconda puntata di #FantAstrocando, la rubrica nella quale aggiungo un pizzico di fantasia
all’affascinante mondo dell’astrofisica.
Iniziamo chiedendoci: cos’è esattamente l’Universo?
Universo:l’intero sistema cosmico di materia ed energia di cui la Terra, e quindi la razza umana, fa parte.
[Encyclopedia Britannica]. Troppo antropocentrica come definizione, non mi piace.

Universo:tutto ciò che esiste, in particolare tutta la materia fisica, comprese tutte le stelle, i pianeti, le
galassie nello spazio [Cambridge Dictionary]. Quella frase ‘tutto ciò che esiste’ mi sembra troppo generica.
Universo: il complesso che contiene tutto lo spazio e ciò che contiene,cioè la materia e l’energia, i pianeti,
le stelle, le galassie e il contenuto dello spazio intergalattico. [Wikipedia] Questa definizione mi sembra un
buon compromesso.
Detto questo, cosa c’è quindi al di fuori dell’Universo?
Possiamo dire cosa non c’è: non ci possono essere materia, energia e nemmeno spazio, altrimenti, per
definizione, tutto ciò farebbe parte dell’Universo stesso. Dei concetti a noi intuibili rimane solo il vuoto
(quello vero) cioè il nulla.
Ricapitolando (e giocando un po’ con le parole) al di fuori dell’Universo c’è il nulla o non c’è nulla?
Alla fine credo che sia proprio la domanda a non avere senso. Noi siamo sensibili e siamo in grado di reagire
solo con l’energia e la materia (che altro non è che una forma di energia) quindi tutto ciò che è al di fuori di
queste grandezze fisiche rimane per noi irraggiungibile. Non può esserci nulla al di fuori dell’Universo in
quanto, per i nostri sensi, non esiste un ‘fuori’.
Quindi l’Universo non ha un confine? Com’è possibile?
Non ha un confine perché non siamo in grado di attraversarlo; non per problemi di grandezza, ma di
capacità.
Cerco di spiegarmi con un esempio.
Immaginiamo una formica che inizi un viaggio attorno alla Terra. Per le sue dimensioni ridotte possiamo
approssimare che possa muoversi solo in due dimensioni: avanti/indietro oppure destra/sinistra: le manca
il concetto di alto/basso (questo sarebbe vero solo se fosse un animale a due dimensioni, ma per questo
esempio possiamo accettare l’approssimazione). Ora, iniziando questo lungo viaggio sempre in direzione
rettilinea si troverebbe, dopo lunghi anni di cammino, ad aver circumnavigato l’intero globo e ritrovarsi,
inspiegabilmente per lei, al punto di partenza! Com’è possibile? E’ ovvio in quanto a lei viene negato
l’accesso alla terza dimensione spaziale per cui, pur andando sempre diritto, torna al punto di partenza.
Non potrebbe essere così anche per noi? Non potrebbe essere anche il nostro caso, nel quale, avendo
accesso a sole tre dimensioni spaziali, non percepiamo la quarta (la quinta, la sesta, … ) e quindi non
riusciamo ad immaginare un qualcosa di infinitamente finito?
P.S.: avete mai letto Flatlandia di Edwin Abbott Abbott?
Alla prossima puntata!

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